— R. Scott Clark –

 

I “Sola” della Riforma Protestante (per sola grazia, per mezzo della sola fede, solo secondo la Scrittura) non sono ben compresi oggi. Torniamo alla famosa dichiarazione di Lutero alla Dieta di Worms del 1521. Sebbene si trovasse già sotto interdizione per i suoi insegnamenti, Carlo V gli aveva promesso un salvacondotto da Wittenberg a Worms. Quando arrivò con gran fanfara, fu condotto nell’Aula Imperiale, al centro della quale si trovava un tavolo con i suoi libri. Gli fu chiesto se fossero veramente suoi e se fosse pronto a ripudiarli. Turbato, Lutero chiese più tempo. Gli fu dato un giorno per pensare. Il giorno successivo fu condotto nuovamente nell’Aula Imperiale. Cominciò a dibattere. Disse che i libri erano suoi, ma che erano tutti di varia natura. Cominciò una lunga discussione sui loro contenuti. Eck, il teologo imperiale, lo interruppe e gli chiese di rispondere in modo diretto e “senza corna” (senza dialettica) se li avrebbe ripudiati. Lutero rispose:

Poiché la Maestà vostra e le signorie vostre desiderano una risposta semplice, io risponderò senza corna e senza denti. A meno che io non sia convinto dalla Scrittura e dalla chiara ragione (non accetto infatti l’autorità di papi e concili, perché si sono contraddetti gli uni gli altri), la mia coscienza è prigioniera della parola di Dio. Non posso ritrattare nulla e non lo farò, perché andare contro la coscienza non è né giusto né saggio.

La storicità delle famose parole associate alla Dieta (Assemblea Imperiale) di Worms, “Qui sto saldo. Non posso fare altro. Dio mi aiuti. Amen”, è incerta. Quello che dobbiamo comprendere, tuttavia, è ciò che egli disse riguardo all’autorità di Papi, concili, ragione e Scrittura. Lutero non era un biblicista. Ciò che stava affermando a Worms era sola Scriptura (secondo la sola Scrittura), non il biblicismo. Stava affermando l’autorità unica e finale della Sacra Scrittura e la necessità della buona e necessaria conseguenza dedotta dalla Scrittura. Stava affermando la perspicuità della Scrittura, ossia che la Scrittura è sufficientemente chiara affinché i Cristiani, con l’aiuto dello Spirito Santo, siano capaci di comprendere la Scrittura e trovare ciò che è necessario sapere per la fede e la vita cristiane. La Confessione di Fede di Westminster, al punto 1.6, è una brillante sintesi di ciò che i Protestanti confessionali intendono per sola Scriptura:

L’intero consiglio di Dio riguardante tutte le cose necessarie alla Sua gloria, alla salvezza dell’uomo, alla fede e alla vita, o è espresso esplicitamente nella Scrittura, o può essere dedotto come buona e necessaria conseguenza dalla Scrittura, alla quale niente in alcuna epoca deve essere aggiunto, né per nuove rivelazioni dello Spirito, né per la tradizione degli uomini. Nondimeno, riconosciamo che l’illuminazione interiore dello Spirito di Dio è necessaria per la comprensione salvifica delle cose che sono rivelate nella Parola, e che ci sono alcune circostanze riguardanti il culto di Dio e il governo della Chiesa, comuni alle azioni umane e alla società, che devono essere ordinate secondo la luce di natura e la saggezza Cristiana, in accordo con le regole generali della Parola, che devono essere sempre osservate.

Sotto l’influenza del radicalismo Anabattista, che invase e trasformò l’evangelicalismo Americano nel 19° secolo, l’interpretazione data dalla Riforma a Sola Scriptura fu dirottata su una dottrina diversa: il biblicismo, o il tentativo di comprendere la Scrittura da soli e con le sole proprie forze, in isolamento dalla storia della chiesa e in isolamento dalla comunione dei santi. Nel biblicismo l’interprete, e non la Scrittura, diventa sovrano. Storicamente i biblicisti, nonostante si vantino della loro devozione alla Scrittura, sono in realtà devoti alla supremazia della ragione. Come disse qualcuno, “Tutti gli eretici citano la Scrittura”. Un conto è citare la Scrittura, un altro è leggerla ed interpretarla correttamente.

La Scrittura è sufficiente ed è sufficientemente chiara, ma, a causa del peccato, la nostra mente non è sempre chiara. Ho avuto innumerevoli conversazioni con razionalisti, che pongono l’autorità dell’intelletto al di sopra di tutte le altre autorità, e con mistici, che pongono l’autorità dell’esperienza religiosa al di sopra della Scrittura, i quali nondimeno insistevano nel dichiararsi seguaci della Scrittura. Un razionalista sa a priori ciò che la Scrittura deve dire. Questo è l’errore di Roma, la quale sapeva prima ancora di leggere la Scrittura che Dio può giustificare solo chi è già, per grazia e cooperazione con la grazia, intrinsecamente e interamente santificato. Questa è una forma di razionalismo. Gli anti-Trinitari del primo 16° secolo sapevano prima ancora di aver letto la Scrittura che Dio non poteva essere uno in tre persone. I Sociniani del tardo 16° e primo 17° secolo dichiaravano di seguire la Scrittura, ma rifiutavano l’interpretazione cattolica (universale) della Scrittura per cui Dio è uno in tre persone, che Gesù è il Figlio incarnato che morì come nostra espiazione sostitutiva. Essi erano razionalisti che fingevano di essere sinceri studiosi della Scrittura. Prima ancora di giungere alla Scrittura, avevano già una precedente fedeltà alla ragione: erano disposti a credere solo le cose che potevano spiegarsi e comprendere interamente. Le dottrine della Trinità, le due nature di Cristo e la salvezza erano incomprensibili per i Sociniani. La teologia del razionalista è guidata dalla Ricerca per l’Illegittima Certezza Religiosa. Egli non può ammettere alcun mistero.

I mistici cominciano con la loro esperienza personale di Dio o del Cristo risorto. Ciò che più gli importa non è quello che la Parola di Dio dice veramente e chiaramente, ma ciò che conoscono dal loro immediato, personale e mistico incontro con Dio. Sebbene comincino con l’esperienza e con i sentimenti (le sensazioni), finiscono in una posizione molto simile a quella dei razionalisti. Parlano della Scrittura, ma la seguono solo quando essa conferma ciò che hanno già sperimentato. Resistono a ciò che la Scrittura insegna veramente e chiaramente. Possono anche parlare di sola Scriptura, ma ciò che veramente spinge e plasma la loro teologia, pietà e pratica è sola experiente (secondo la sola esperienza). Il mistico è dedito alla Ricerca dell’Illegittima Esperienza Religiosa. In ultima analisi, egli è insoddisfatto della Scrittura.

I Protestanti confessionali, invece, a partire da Lutero, Tyndale, Calvino e gli altri, erano dediti alla sola, unica, finale e perspicace autorità della Scrittura come Parola di Dio, ma nessuno di loro leggeva la Scrittura come se fosse il primo a leggerla. Leggevano la Scrittura insieme alla chiesa. Leggevano la Scrittura insieme agli altri Cristiani. Consideravano la Scrittura normativa e definitiva, come autorità finale. Non partivano dalla ragione o dall’esperienza religiosa. Quando Lutero parlò di “chiara ragione” a Worms non stava affermando l’autorità finale dell’intelletto umano. Stava riconoscendo che gli esseri umani veramente interpretano la Scrittura. Possiamo trarre buone e necessarie conseguenze dalla Scrittura. Ci sono deduzioni che sono inevitabili e a cui dobbiamo credere. Ci sono altre deduzioni che sono meno certe e di quelle possiamo discutere. La chiesa universale (ossia la chiesa cattolica) ha confessato quelle buone e necessarie conseguenze nel Credo degli Apostoli, il Credo Niceno, la Definizione di Calcedonia e nel Credo Atanasiano. Le Chiese Riformate hanno confessato la loro interpretazione della Scrittura nelle loro confessioni, che sono il prodotto della lettura delle Scritture con la chiesa universale e con gli altri Cristiani. Tuttavia, in ogni punto la chiesa si è sottomessa alla Scrittura. Non ha considerato, come fa Roma, essa stessa la madre della Scrittura. Non ci siamo conferiti l’autorità di creare nuovi sacramenti (come fece Roma nel 13° secolo) o di imporre ai credenti cerimonie, dottrine, o esperienze che la Parola di Dio non impone.

Quando Lutero si fondò sulla sola, finale e perspicace autorità della Parola di Dio, non avrebbe potuto immaginare tutti i modi in cui quell’affermazione sarebbe stata distorta, ma ne conosceva già alcuni perché si erano già presentati nella storia della Chiesa. Il Biblicismo è una cosa e sola Scriptura è un’altra. Il Biblicismo è sia razionalista, sia irrazionalista. Sola Scriptura no. Se non stai leggendo le Scritture con la chiesa e nella comunione dei santi, allora non stai seguendo Sola Scriptura e la Riforma Protestante confessionale.


Traduzione A.S., MMXVI

Tratto da: http://heidelblog.net/2015/04/the-difference-between-sola-scriptura-and-biblicism/

R. Scott Clark è pastore e insegnante riformato americano. Autore di numerosi libri, saggi e articoli teologici, è professore di Teologia Storica al Westminster Theological Seminary California.

Immagine di copertina: Anton von Werner, Lutero alla Dieta di Worms, 1877

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